I solchi ipogastrici Studio osteopatico e ecografico dei reperti degli organi pelvici femminili grazie alla tecnica delle depressioni cutanee

Pratica Pubblicato il 10 giu 2025

L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha incorporato le tecniche viscerali nei parametri di riferimento per la formazione in osteopatia nel 2010 [1] . Tuttavia, l’Osteopatia Viscerale (OV) nonostante una robusta letteratura attestante la sua efficacia clinica in termini di benefici riscontrati dai pazienti. sembra necessitare di ulteriori prove circa l’accuratezza nel reperimento manuale delle aree anatomiche oggetto dei trattamenti.

 

[1] World health organization Benchmarks for training in osteopathy, 2010.

Le depressioni cutanee

“La massa viscerale non è né omogenea né uniforme; i contorni delle fasce superficiali sono strettamente correlati a quelli delle fasce profonde. Possiamo quindi localizzare un organo in base alla sua topografia parietale” Attraverso questa la tecnica delle depressioni cutanee è possibile palpare e quindi individuare con accuratezza le diverse strutture del corpo umano. La validità di questo approccio palpatorio, elaborato e descritto per la prima volta da Paul Chauffour e Eric Pratt [1] è sostenuto dagli studi di dissezioni anatomica proposti da Stecco C, et al [2].,  Bordoni B, et al. [3] e da uno studio con conferma ecografica dei reperi vascolari dell’addome [4].

 

[1] Chauffour P., Prat E. Mechanical Link, fundamental principles, theory, and practice following an osteopathic approach. California: North Atlantic Books Berkeley; 2002 - pg. 101-18

[2] Stecco C, et al. Microscopic anatomy of the visceral fasciae. J. Anat. (2017) 231, pp121-128 DOI 10.1111/joa.12617

[3]Bordoni B, Simonelli M, Morabito B (May 10, 2019) The Other Side of the Fascia: Visceral Fascia, Part 2. Cureus 11(5): e4632. DOI 10.7759/cureus.4632. 

[4 ]Diotallevi S, Matteoni F, Petrucci C, Vascular points the abdomen osteopathic and ultrasound study; 2022

 

Ipotesi dell’origine dei solchi cutanei

Questa ipotesi proposta dal Dr. Francesco Maioli, Osteopata DO  (praticante LMO in Italia). Questa ipotesi ha avuto origine dagli studi embriologici di Erich Blechschmidt anatomista presso l’istituto di anatomia dell’Università di Gottingen dal 1942 al 1972 [1]. Le sue ricerche rivolte sopratutto all’embriogenesi e in particolare nell’ontogenesi delle prime fasi pre-natali degli esseri umani.

Durante lo sviluppo del tubo neurale, intorno alla quarta settimana, si formano le due aorte dorsali. I rami di queste verso il tubo neurale contribuiscono alla divisione del mesoderma in somiti e alla formazione di solchi nell'ectoderma sopra i somiti. Questi solchi si formano quando i vasi subiscono una carenza di nutrienti, che ritarda la loro crescita e quella del tessuto connettivo che li ospita. Studi comparativi hanno dimostrato che tutti i vasi principali hanno funzioni di formazione simili. In altre parole, dove è presente un vaso arterioso, si verificherà un rallentamento nella crescita del tessuto che circonda il vaso, un rallentamento che può lasciare un'impronta sulla pelle (solco ectodermico) e che noi percepiamo nell’adulto come una depressione cutanea.

 

[1]Blechschmidt E, The Ontogenetic Basis of Human Anatomy. A Biodynamic Approach to Development from Conception to Birth, San Francisco: North Atlantic Books, 2004.Blechschmidt, E. Anatomie und Ontogenese des Menschen, 1978.

 

I solchi ipogastrici

Nella donna la regione ipogastrica presenta due solchi anatomici orizzontali:[1]

1. Il solco ipogastrico inferiore che ci dà accesso alla loggia vescica-uterina. (SII)

2. Il solco ipogastrico superiore che ci dà accesso alla loggia retto-uterina o cavo di Douglas. (SIS)

Questi solchi permettono all’osteopatia di reperire gli organi pelvici (SII), la porzione inferiore dell’intestino grasso, la giunzione retto-sigmoidea e la biforcazione aortica (SIS).

 

[1] Nell’uomo esiste un solo solco ipogastrico, il solco sopra-vescicale.

I due solchi ipogeastrici

 

Il repere dei solchi ipogastrici si effettua con il paziente 

in decubito supino con le gambe stese.

1.Partendo dal bordo superiore della sinfisi pubica scivoliamo verso l’alto e cadiamo nella prima depressione al di sopra della cupola vescicale

il solco ipogastrico inferiore. (SII)                                                 

La distanza tra il bordo superiore della sinfisi pubica 

e il SII varia da 1-5 cm, questo dipende dalla taglia della paziente, dallo spessore del pannicolo adiposo e dallo stato di riempimento della vescica.

 

Repere  del solco ipogeastrico inferiore con la tecnica delle depressioni cutanee

 

2. Partendo dal SII risaliamo superficialmente e le dita cadranno su una seconda depressione propio al di sopra dell’utero: il solco ipogastrico superiore. (SIS).

La distanza tra il SII e SIS varia di alcuni centimetri in relazione del volume dell’utero.

Repere  del solco ipogeastrico superiore con la tecnica delle depressioni cutanee

 

Obbiettivi dello studio

Questo studio [1] nasce pertanto dall’esigenza di fornire prove sperimentali preliminari circa l’accuratezza del metodo di reperimento manuale viscerale delle logge vescico-uterine e retto-uterine attraverso i solchi ipogastrici superiore e inferiore (SIS-SII) e il loro repere attraverso la tecnica delle depressioni cutanee. La sfida è stata doppia!!!!

 

1. Verificare la corrispondenza dei Sochi ipogastrici con le logge uterine.

 

2. Dimostrare l’affidabilità del repere dei solchi ipogastrici attraverso la tecnica delle depressioni cutanee con l’ausilio dell’esame ecografico.

 

[1] Studio osservazionale di Mattia Antonelli, Lorenzo Di Nunno, Giuliano Urru, Jiulica Liverotti, Tonia Samela, Sotto la direzuione di Giuliano Urru, Tesi di diploma in Osteopatia ,  EDUCAM, 2023. 

 

Materiali e metodi

Il progetto di ricerca è stato condotto in ottemperanza alle linee guida della dichiarazione di Helsinki e i dati sono stati trattati in ottemperanza delle attuali normative vigenti in materia di privacy.                                               

Lo studio, autofinanziato, è stato condotto nel periodo compreso tra luglio e Ottobre 2023.  La popolazione iniziale di riferimento per il presente studio consisteva di N=27 donne, di nazionalità italiana, etnia caucasica, reclutate attraverso intervista diretta. Le pazienti sono state escluse dallo studio se al momento dello studio presentavano condizioni compatibili con: patologie ovariche, isterectomia, cistectomia, proto-colectomia, tumori maligni circoscritti alla zona pelvica, anomalie anatomiche pelviche, infiammazione pelvica acuta, prolasso pelvico, nonché́ pazienti portatori di dispositivi intrauterini. L’età per partecipare allo studio è stata identificata tra i 20 e i 45 anni di età.  La procedura attraverso la quale è stato condotto lo studio è stata la seguente: 

1. Una settimana prima dalla data dell’inizio dello studio, l’operatore esperto nelle tecniche di LMO ha fornito una formazione specifica ai due operatori non esperti nella tecnica delle depressioni cutanee, concentrandosi soprattutto su SII e SIS, le aree anatomiche di interesse per il presente studio. 

2. Durante lo studio ogni partecipante è stata sottoposta all’individuazione delle aree anatomiche loggia vescica-uterine SII      e loggia retto-uterina SII attraverso la tecnica delle depressioni cutanee da N=1 operatore osteopatico esperto in tecniche di OV e da N=2 operatori non esperti. Ad ogni esame gli operatori hanno segnato con precisione con una matita dermatografica i solchi ipogastrico inferiore e superiore che avevano identificato. Ogni operatore a effetto i reperti in una sala preposta in presenza esclusiva della partecipante allo studio e del medico ecografista.

3. Individuata e delimitata la sede corrispondente da parte degli operatori osteopatici, è stato poi chiesto alla UMD di applicare una sonda ecografica convex multifrequenza a banda larga 1-8 MHz, MyLab Twince cristal line B- mode, al fine di intercettare la posizione del SII e del SIS. 

 

 

Controllo e conferma ecografia dopo repere manuale degli operatori Osteopati dei solchi ipogeastrici

 

È stata quindi misurata la distanza tra il segno dermografico effettuato dall’operatore sul derma del soggetto e l’effettiva posizione anatomica individuata dalla sonda ecografica, ponendo un righello metrico tra la linea definita dall’operatore e dal medico ecografista.

Risultati dello studio  

In base a questi criteri di esclusione N=8 partecipanti hanno soddisfatto i criteri stabiliti per la partecipazione allo studio e sono quindi state arruolate. I risultati ottenuti sono stati soddisfacenti come mostrano le tabelle 1 e 2. E’ stata raggiunta una percentuale di affidabilità del repere dei solchi ipogastrici attraverso le depressioni cutanee,  con un’affidabilità media > 99% per la leggia vescico-uterina e un’affidaabilità media del 75% per la leggi retto-uterina con una percentuale media di corrispondenza del 87%  (Quoziente di affidabilità della tecnica valore p< 0,001, 90-99%). L’operatore esperto (operatore 1) ha ottenuto un punteggio del 100% per il SII e del 75% per il SIS (purtroppo, la partecipante N 3 non ha potuto beneficiare del monitoraggio ecografico per SHS perché l'ecografista non è riuscito a rilevare la sua vescica vuota). Gli operatori inesperti nelle tecniche LMO (operatori 2 e 3) hanno ottenuto un punteggio del 100% per il SII e un punteggio del 75% SIS. [1]

 

[1] Il fatto che anche gli operatori con poca esperienza con l'LMO ottengano buoni risultati dimostra che questa tecnica rimane relativamente semplice da apprendere e merita di essere insegnata nei corsi di anatomia palpatoria.

Il numero indica la distanza in cm tra la localizzazione ottenuta con la tecnica della depressione cutanea e la sua identificazione tramite esame ecografico. 

 

0 = perfetta identificazione per il SII mediante la tecnica della depressione cutanea 

 

Errore di 0,2 = 2 mm per la localizzazione del SIS tramite depressioni cutanee e quella tramite esame ecografico.

Conclusioni

Il presente studio con 8 pazienti ci ha permesso di ottenere risultati incoraggianti rispetto al repelle delle strutture anatomiche pelviche della donna grazie alla tecnica delle depressioni cutanee. Altri studi sono necessari per confermare i risultati di questo studio cercando di portare la tecnica delle depressioni cutanee ad un indice elevato di riproducibilità.

 

 

Giuliano Urru DO

 

Mattia Antonelli DO, Lorenzo Di Nunno DO, Jiulica Liverotti MD, Tonia Samela MD, Francesco Maioli DO