Il puzzle frenico in pratica

Pratica Pubblicato il 15 mag 2024

Come già esposto in un nostro precedente articolo, noi proponiamo un approccio al diaframma toracico non più come una unità muscolare ma come un puzzle composto da differenti parti anatomiche dove ciascuna richiede un test ed un aggiustamento specifico.

Pratica osteopatica 

1. La cupola diaframmatica derivante dalle membrane pleuro-peritoneali.

 

Una volta reperito il solco diaframmatico grazie alla tecnica delle depressioni cutanee, l’operatore effettua un test in pressione-trazione su ciascuna cupola. La cupola destra è in relazione con il legamento coronario del fegato ed i legamenti frenico-pericardici destro e sinistro chiudendo l’orifizio della vena cava inferiore. La cupola sinistra è in relazione con il legamento frenico-pericardico anteriore ed il legamento frenico-gastrico.

Test della cupola diaframmatica sinistra

 

In complemento, esiste anche un punto neuro-muscolare intercostale[1], il punto d’agopuntura 46 V, che merita di essere conosciuto[2].

Il test in pressione-circonduzione su questo punto si rivela sovente positivo in caso di fissazione della cupola diaframmatica nelle scoliosi toraciche[3] o nelle affezioni polmonari.

 

[1] Situato giusto all’interno della punta della scapola e corrispondente al ramo dorsale del 7° nervo intercostale.

[2] 46° punto del meridiano di Vescica: Ge Guan – letteralmente «la porta del diaframma».

[3] In caso di scoliosi, il punto fissato si trova sempre sul lato della gibbosità toracica. Sovente si accompagna con una scapola alata. Nuovo approccio Osteopatico della scoliosi

Test del punto chiave toracico 46 V « porta del diaframma »

 

2. I pilastri del diaframma derivanti dal meso-esofago dorsale.

 

Si possono approcciare i pilastri per mezzo del legamento arcuato laterale (anziano legamento arcuato del diaframma), tra l’apofisi trasversa di L1 e la 12ª costa. Il test risulta positivo in caso di blocco del pilastro diaframmatico con spesso associate delle disfunzioni costali (12ª costa abbassata), viscerali (rene e surrene, giunzione esofago-cardio-tuberositaria a sinistra), muscolari (psoas e quadrato dei lombi), vascolari (aorta addominale) o neurali (catena simpatica lombare).

Questo punto chiave corrisponde al grande punto di rivitalizzazione descritto da Knap[1].

 

 

[1] Gëorgia Knap, 1866-1966, inventore e naturopata francese, ideatore di un metodo di trattamento di punti riflessi, autore di Pour vaincre la décrépitude du corps et du visage et reculer les limites de la mort, Éd. du Cottage social, 1933. Ha codificato 18 punti maggiori per « rettificare i circuiti del dolore ». Knap considerò il punto situato tra la 12ª costa e l’estremità della trasversa di L1 come il più importante di tutti (il maggiore dei maggiori).

Test del legamento arcuato laterale e delle sue inserzioni diaframmatiche per via posteriore

 

I pilastri del diaframma e l'orifizio aortico possono anche essere contattati per via anteriore.

Questo approccio addominale richiede molta attenzione per non premere sul pancreas[1]. Si noti la relazione del pilastro destro con il sistema linfatico (cisterna di Pecquet) e del pilastro sinistro con il legamento di Treitz. Poiché il pilastro sinistro è in relazione con la piccola curvatura dello stomaco (il collare Helvetius[2]), questo approccio per via anteriore dà ottimi risultati sulle ernie iatali e sulle disfunzioni esofago-cardio-tuberositarie.

 

[1] Per sicurezza, è consigliabile posizionarsi all'altezza del tronco celiaco, cioè almeno 3 dita trasverse sopra l'ombelico. E, naturalmente, non premere sull'aorta ma rimanere all'esterno, al limite del suo bordo laterale. Ogni pilastro, destro o sinistro, deve essere esaminato separatamente per evitare qualsiasi compressione dell'aorta addominale. Questa tecnica richiede una certa abilità.

[2] Régis Olry, Cravatta svizzera o collare d’Helvétius, una breve storia da conoscere, Université du Québec à Trois-Rivières, Dipartimento di Anatomia.

https://oraprdnt.uqtr.uquebec.ca/pls/public/gscw031?owa_no_site=1313&owa_no_=118#:~:text=R%C3%A9gis%20Olry%2C%20professeur%20titulaire%2C%20D%C3%A9partement%20d'anatomie&text=Celles%20qui%20r%C3%A9pondent%20au%20c%C3%B4t%C3%A9,de%20cravate%20de%20Suisse%20%C2%BB%201

Test del pilastro sinistro del diaframma per via addominale

 

3. Le digitazioni costali derivanti da miotomi cervicali e toracici.

 

Le digitazioni costali del diaframma si trovano sulla faccia interna dei margini costali da K7 a K12, accanto alle inserzioni del muscolo trasverso dell'addome.

Il test si effettua facendo una pressione, con i pollici all'interno del bordo costale e rivolti verso l'alto[1]. E' necessario fare un test specifico per ogni digitazione costale, dall'appendice xifoidea alla 12ª costola.

Questo test evidenzia spesso disfunzioni costali (costola infossata, sindrome di Cyriax), viscerali (fegato a destra e stomaco a sinistra) o muscolari (parete addominale) che altrimenti passerebbero facilmente inosservate. Il punto in lesione è solitamente molto sensibile alla pressione.

 

[1] Da qui la necessità di visualizzare chiaramente il cilindro verticale formato dalle fibre muscolari del diaframma fissato sulla superficie interna del torace.

 

Test delle digitazioni diaframmatiche di K8

 

4. Il centro frenico derivante dal setto trasverso

 

Il punto chiave di questo centro tendineo si trova a livello del solco diaframmatico, a livello della 5ª sternebra, e corrisponde al punto di agopuntura 17 Vaso Concezione.

Il test è spesso positivo nei casi di fissazione verso il basso del centro frenico con possibilmente associata una ptosi cardiaca, una cifosi toracica, una insufficienza cardiaca o uno stato di stanchezza cronica. Lesioni osteopatiche frequenti negli anziani.

Test del centro frenico

 

Casi clinici

La signora G. M.C., 65 anni, soffre di forti dolori al petto con difficoltà respiratorie, soprattutto di notte. Ha già consultato vari osteopati senza grandi miglioramenti. La fibroscopia ha riportato un'ernia iatale per rotolamento[1] con un impegno verso l'alto di 4 cm. I test LMO mostrano una fissazione molto precisa del pilastro diaframmatico anteriore sinistro. Dopo l’aggiustamento con recoil del pilastro sinistro e dell'ernia per rotolamento, il paziente ha avvertito un netto miglioramento del dolore. Visitata di nuovo qualche anno dopo per lombalgia e qualche reflusso acido (senza dolore toracico), ci presentò il risultato di una nuova fibroscopia: l'ernia iatale era completamente scomparsa!

 

La signora M. P., 43 anni, si rivolge a un consulto per delle dorsalgie ed episodi di pirosi. La gastroscopia conferma la diagnosi di ernia iatale per scivolamento di 3 cm che richiede un follow-up. La correzione specifica mediante recoil del pilastro diaframmatico sinistro e il trattamento osteopatico globale risolvono i dolori dorsali e il reflusso gastrico in 2 sedute. La gastroscopia di controllo che è stata programmata mostra, con grande stupore del radiologo, una riduzione totale dell'ernia iatale con un cardias normale e continente.

 

La signora X. Y., 88 anni, soffre di dorsalgie croniche attribuite a una cifosi toracica, un’artrosi rachidea a diversi livelli e una osteoporosi. Mostra anche insufficienza cardiaca con affaticamento e mancanza di respiro. L'esame osteopatico ha evidenziato come lesione primaria era una fissazione bassa del centro frenico con ptosi del cuore. Fin dalla prima seduta, la paziente si raddrizza e respira meglio. Attualmente seguita al ritmo di 3 o 4 visite all'anno, non ha più mal di schiena e si sente molto meno stanca.

 

[1] Una lesione rara che differisce dall'ernia iatale per scivolamento. L'ernia per rotolamento spesso passa inosservata perché non è accompagnata da reflusso gastrico. Da qui la necessità di un test osteopatico specifico per identificarla correttamente.

 

Eric Prat DO